DARWINISMO SOCIALE - il nascondiglio preferito del razzismo-
La classe 3^F ha partecipato in data 4-5 febbraio 2021 ad un seminario via zoom organizzato dall'Università La Sapienza con titolo "L’origine dell’Origine dell’Uomo e i suoi sviluppi: 150 anni sull’evoluzione umana".
Darwin e l'evoluzione sono parte integrante del programma di Scienze Naturali del terzo anno, nel seminario inoltre sono stati affrontati argomenti che verranno ripresi successivamente in filosofia.
Charles Darwin è un naturalista britannico vissuto nel XIX secolo diventato celebre per il suo libro «l’origine delle specie per selezione naturale» dove offre la spiegazione dettagliata della sua teoria dell’evoluzione basata sulla selezione naturale (meccanismo dell’evoluzione secondo cui si ha un progressivo cambiamento negli individui per ottenere le caratteristiche ottimali rispetto all'ambiente in cui vivono). Con il passare del tempo in base all’interpretazione delle sue tesi ne sono nate altrettante dando origine al fenomeno del “Darwinismo Sociale” (applicazioni dei principi darwiniani malamente interpretati allo studio delle società umane) di cui fanno parte tutte le teorie che applicano il concetto di selezione naturale alla popolazione umana come L’Eugenetica, il Nazismo e il Colonialismo.
L’Eugenetica “scienza che si occupa di tutte le influenze capaci di migliorare le proprietà native di una popolazione e di portarle a svilupparsi per il maggior beneficio della collettività“ meglio conosciuta come “mascheramento scientifico di ideologie razziste ed edonistiche” trova le sue fondamenta nel 1883 con il “the human faculty and its development” dello scienziato britannico F.Galton. Essa nasce per discolpare la specie umana dalle sue carenze spiegando che, dove l’evoluzione non garantisce un processo di miglioramento, avviene una “selezione attiva” dei singoli individui portando ad una perfezione di specie. Questo giustificherebbe la segregazione da parte dello stato di quegli individui non adatti al progetto di “razza pura” così da favorire la formazione di coppie particolarmente adatte limitando le possibilità riproduttive degli individui ritenuti “inferiori” per evitare il deterioramento della società.
L’esperimento politico simbolo dell’applicazione del darwinismo sociale, invece, è quello del Nazismo che riflette e concretizza la selezione naturale su scala umana. Esso funge da tassello fondamentale nella formazione della Germania nazista che travisa le teorie darwiniane sull’adattamento, associando il termine “adatto” con “migliore” e “superiore” portando così alla realizzazione della “legge del più forte” che contribuisce a formare una gerarchia sociale e a creare la “sensibilità nazional popolare” basata sul rifiuto dei deboli che contaminano la perfezione della razza permettendo di giustificare l’eliminazione fisica dei “parassiti, inadeguati a qualsiasi funzione sociale che rappresentano un peso morto per la nazione”
La vera base del darwinismo sociale nasce dal cercare una giustificazione per il razzismo. Questo fenomeno presuppone innanzitutto la visione della specie umana in razze, quindi analizziamo attentamente la situazione: il primo a aver proposto una divisione dell’umanità in razze è stato il medico francese Barnier che nel 1684 ne individua quattro: 1. la ‘prima razza’ (quella caucasica); 2. i neri d’Africa; 3. la razza dell’est e nord-est dell’Asia; 4. i Lapponi. I dibattiti su questa divisione sono continuati a lungo: vediamo ad esempio in disaccordo Haeckel, che propone una suddivisione in 10 razze, e molti altri. Per mettere fine a questa questione una volta per tutte negli anni '30 del secolo scorso viene incaricata la scultrice Malvina Hofmann di rappresentare tutte le razze che avrebbe incontrato nel suo viaggio attorno al globo arrivando ad individuarne almeno 103. Come si può notare, quindi, non vi è nessun criterio preciso per delimitare una “razza” e di conseguenza non si può averne un numero preciso. Da un punto di vista prettamente scientifico la differenza di DNA tra gli esseri umani è dello 0.01 %. È quindi veramente necessario proporre un’ulteriore divisione se la differenza è quasi inesistente? A questa domanda ci risponde Darwin spiegando il suo concetto di razza: essa non esiste, è un’ideologia fallace senza una base scientifica solida.
Per primo si opponeva ai numerosi sostenitori della teoria secondo cui le razze umane fossero già state create separate e fosse quindi naturale che una avesse il predominio sulle altre. Al contrario, egli pensava che tutti gli esseri umani appartenessero alla stessa «razza» in quanto discendenti dello stesso progenitore. Le sue teorie sono poi state successivamente confermate da numerosi studi della Genetica e Paleontologia eliminando definitivamente il concetto di razze e sottolineando l’inesistenza di una base scientifica del razzismo; piaga che purtroppo affligge ancora l’unica razza esistente, l’Umanità.
“l’uomo nella sua arroganza si crede un’ opera grande” ~ Charles Darwin
Sofia Miretti
3^F
Liceo Bodoni - Saluzzo